AL 2015 11 04 Novembre ... CELESTE!

4 Novembre 2015

La commemorazione di quest'anno ha acceso i riflettori su un Caduto di cui Roncola aveva rimosso perfino il ricordo!

Una traccia su un documento online, suffragata da alcuni atti dello Stato Civile di Roncola e dalla memoria di alcuni fra i cittadini più anziani del paese, ha permesso di conoscere finalmente anche la tragica storia di Celeste Mazzoleni, dandole, se non un lieto fine, la pubblica notorietà almeno qui, nel suo paese natale ...

Questa è la sua storia, come fatta conoscere ai piccoli scolari di Roncola, che come lui hanno un papà di Costa e/o una mamma di Costa Valle Imagna:

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C’era una volta … un re? No Una principessa?Noo. Un pezzo di legno? ..

Nooo: niente di tutto questo, bensì: un bambino. Un bambino come voi, anzi: molto simile a voi. Quel bambino aveva un bellissimo nome : Celeste (che vuol dire “del cielo”), forse perché aveva gli occhi chiarissimi come suo papà, che portava lo stesso nome. Come per molti di voi il suo papà era di Roncola, e come per molti di voi sua mamma era di Costa. Come molti di voi Celeste nacque e trascorse l’infanzia a Roncola, nella contrada di Mezzola, con ben 8 fra fratelli e sorelle. E come voi anche lui ed i suoi amici giocarono nei nostri stessi prati e boschi.

Ma Celeste e la sua famiglia vissero in tempi molto difficili. Tempi in cui molti pericoli minacciavano le famiglie come la sua. Pericoli come la povertà, le malattie mortali e la guerra. Pericoli che allora procuravano grandi dolori in tutte le famiglie. Diversamente da voi, a 10 anni Celeste aveva già concluso la scuola. Ma diversamente da voi egli non pensava che ciò fosse una fortuna. Perché allora si cominciava a lavorare fin da piccoli. E a 10 anni Celeste già si dava da fare aiutando la famiglia nel lavoro contadino. Ma soprattutto, a 10 anni, Celeste fu colpito da un grandissimo dolore, perché sua mamma morì, partorendo il suo ultimo fratellino, che morì con essa. Ed altri fratelli erano già morti, piccolissimi, negli anni precedenti. Ma altro dolore aspettava quel bambino. Tre anni dopo gli morì anche il papà. Ora Celeste e i suoi fratelli superstiti erano davvero soli. Così dovettero lasciare il loro paese e trascorrere il resto dell’infanzia senza genitori, in un orfanotrofio, lontano da tutte le persone che conoscevano. In quei tempi poche persone potenti potevano decidere per tutti. E quei Potenti, allora, decisero la Guerra, che sconvolse tutto il mondo. Così di Celeste e dei suoi fratelli non si seppe più nulla. Solo alla fine della guerra arrivò l’ultima triste notizia: Celeste, quel bambino nel frattempo cresciuto e diventato soldato, era stato ucciso in un paese lontano, pochissimi giorni prima della fine della guerra. E il suo nome fu presto dimenticato per sempre.

Che ne dite? … “ Che brutta storia ! “ … “ Triste!” … “E cosa c’entriamo noi?” …

Ebbene sì: come molte delle storie VERE anche questa purtroppo NON è una bella storia, ma adesso sta proprio a voi, bambini, costruire un bel finale, altrettanto vero, a questa storia. E farlo è molto facile.

Perché noi adulti crediamo che nessuno muore veramente finché c’è qualcuno che lo ricorda.

E qualcuno, suo coetaneo, per fortuna si è ricordato della storia di Celeste e ne ha tenuto vivo il ricordo, per noi!

Per questo fra qualche giorno, il 4 novembre, per la prima volta anche il nome di Celeste sarà ricordato pubblicamente insieme a quello di tutti i suoi antichi compagni di gioco, come lui poi uccisi dalla guerra in posti lontanissimi dalle loro case, dai loro amici e dal loro paese.

Quel giorno un bambino di oggi risponderà “PRESENTE!” per quel bambino di ieri, e così almeno per un giorno Celeste ed i suoi amici, ricordàti, torneranno a giocare nei prati e nei boschi del loro e nostro paese. Grazie a voi.

E’ proprio questo che ci insegna la bella tradizione di ricordare i Santi, i Defunti ed i Caduti… Altro che Halloween!

Ricordare qualcuno significa ridargli vita, e significa anche arricchire la nostra vita di quello che ci insegna la vita di quel Defunto, di quel Santo o di quel Caduto.

La vita di Celeste ci insegna ad apprezzare quei beni materiali che a Celeste furono negati dalla miseria, ad apprezzare quella scuola da cui troppo presto il lavoro chiamò Celeste, ad apprezzare la presenza di papà e mamma e dei nostri fratelli, che troppo presto furono strappati a Celeste, ad apprezzare questa pace da cui Celeste fu strappato per la guerra.

Ecco: ricordare Celeste e i suoi amici, il 4 novembre, sarà anche ringraziarli di tutti questi preziosi insegnamenti.

E chissà che anche in qualche altro giorno, alzando gli occhi verso il cielo, non ci ricordiamo di questo nostro nuovo amico col nome e gli occhi di quello stesso colore: CELESTE !
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Col loro concorso, quello di molti altri nostri concittadini, del Sindaco e del Parroco, oggi convenuti attorno al Monumento dei Caduti, da oggi anche il nome di Celeste sarà ricordato fra quello di tutti i suoi antichi compagni di gioco, come lui uccisi dalla guerra in paesi lontanissimi da qui:

Ma non ci siamo dimenticati neppure di tutti gli altri nostri Caduti e così quest'anno, per la prima, e speriamo non ultima, volta, un piccolo segno li ha ricordati ciascuno nella propria contrada:

E questo il testo letto pubblicamente a nome del Gruppo Combattenti e Reduci di Roncola:

" Novembre, nella nostra tradizione civile e religiosa, è il mese della Memoria.

Senza memoria non c’è storia ma solo cronaca, cioè quello che succede è subito visto, usato e dimenticato, proprio come succede con i prodotti in questa nostra civiltà tecnologica e consumistica.

Questo vale per i singoli individui, ma anche per le società umane. E infatti l’umanità dimenticò così alla svelta la prima guerra mondiale, da precipitare subito nella seconda.

Giustamente le persone temono le malattie che rubano la memoria, come l’Alzheimer. Ma le persone e la società sembrano molto meno preoccupate di chi ruba la memoria collettiva partendo proprio dalle generazioni più giovani. E, anzi, persone e società incoraggiano un sistema che preferisce i consumatori alle persone, le zucche vuote alle teste pensanti.

Non a caso allora pei più piccoli, novembre sta diventando il mese di Halloween cioè delle Zucche Vuote appunto. Una moda innocente? Forse, ma se il ricordo dei nostri morti deve lasciare spazio ad una fauna di mostri, di cui comprare la benevolenza al costo di un dolcetto, ebbene: è come cestinare d’un colpo gran parte dei nostri valori, delle cose in cui crediamo.

Se a questi valori tradizionali non crediamo neppure noi allora tutto ciò è comprensibile, ma se questi sono davvero “valori”, cioè “cose che contano” per noi, allora è difficile capire come possiam così inconsapevolmente prestarci a distruggerne la credibilità nei nostri figli e nipoti.

A novembre noi ricordiamo vite e valori dei nostri Defunti, dei nostri Santi, dei nostri Caduti perché onorare la loro memoria è anche arricchire la nostra vita dei loro esempi, e della consapevolezza che, nella storia dell’umanità, noi siamo chiamati a costruire sulle basi lasciateci dalle generazioni precedenti, e per le generazioni a seguire. E questo dà senso alle nostre vite ed alla vita di chiunque abbia abitato la terra.

Ricordare ed onorare i Caduti ha senso proprio in questa prospettiva.

E la memoria dei nostri anziani, ed i documenti ufficiali, oggi ci donano la gioia di poter riscoprire ed onorare anche un Caduto roncolese finora sconosciuto: Mazzoleni Celeste.

Celeste, era figlio di Mazzoleni Virginia di Costa Valle Imagna, e di Mazzoleni Celeste, e nacque e trascorse l’infanzia al N° 88 della contrada di Mezzola. Molti dei suoi 8 fratelli morirono in giovane età. A 10 anni Celeste perde anche la mamma, insieme al fratellino appena nato. Tre anni dopo Celeste ed i fratelli superstiti perdono anche il papà: ora sono orfani, e per loro si aprono le porte di un orfanotrofio, lontano da Roncola. Poi scoppia anche la guerra a cancellarne ogni traccia. Solo molti anni dopo arriverà l’ultima tragica notizia: Celeste, ormai soldato, è morto in Germania, a meno di un mese dalla fine della guerra.

Ecco, questa è la tragica storia di Celeste: il farne MEMORIA oggi non ne cancella il dolore ma, forse, le da’ un po’ di senso, perché Celeste può insegnare a noi il valore di tutto ciò di cui lui e gli altri Caduti sono stati privati: la pace, il benessere, il calore della propria famiglia …

Ecco perché l’augurio dell’Associazione Combattenti e Reduci è che, anziché Zucche Vuote, sappiamo coltivare la memoria dei nostri Caduti nelle nostre teste e nei nostri cuori…
Buon 4 novembre 2015!
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